In vino veritas

Vino e superalcolici hanno lo stesso effetto sull’organismo?

Il vino non va confuso con l’alcol, e non deve essere percepito come elemento di rischio per la salute, se consumato in dosi moderate e nell’ambito di uno stile alimentare come quello mediterraneo. Il vino è una matrice complessa, non una semplice soluzione idroalcolica, in quanto contenente una grande varietà di composti diversi, la maggior parte della quale è stata isolata, identificata e studiata con lo scopo di individuare le molecole responsabili di un eventuale effetto benefico sulla salute umana. La composizione fitochimica del vino dipende fortemente dall’interazione tra fattori ambientali, come il “terroir”, termine che definisce una specifica area geografica, con pratiche enologiche e colturali applicate che, complessivamente, definiscono le caratteristiche uniche di uno specifico vino. In generale, i composti bioattivi del vino includono polifenoli come flavonoidi, catechina, quercetina, antociani e stilbeni come il resveratrolo, a cui si aggiungono melatonina e viniferina (ultimo fitocomponente identificato nel vino, con una capacità fino a 6 volte superiore rispetto al resveratrolo di proteggere la funzionalità endoteliale). Il vino contiene componenti ad azione nutraceutica (termine che deriva dalla fusione tra nutrizionale e farmaceutico) fino a 1,8 g/L.

Per saperne di più: Pavlidou E, Mantzorou M, Fasoulas A, Tryfonos C, Petridis D, Giaginis C. Wine: An Aspiring Agent in Promoting Longevity and Preventing Chronic Diseases. Diseases. 2018 Aug 8;6(3):73. doi: 10.3390/diseases6030073. PMID: 30096779; PMCID: PMC6165230.

Un consumo moderato di vino è sufficiente per cogliere i benefici del resveratrolo contenuto?

Moltissimi sono i dati in letteratura sul resveratrolo, alcuni anche contraddittori tra di loro. Il vino contiene resveratrolo fino ad un massimo di 36 mg/L. Dopo l’assunzione orale di 2.5 mg di resveratrolo ne vengono rilevate nel plasma solo tracce (5 ng/ml), viene profondamente biotrasfomato dal microbiota intestinale e il suo contributo all’attività antiossidante diretta è basso. Tuttavia, anche a bassissime concentrazioni, agisce modulando vie intracellulari in grado di aumentare le difese detossificanti dell’organismo, è in grado di attivare vie antinfiammatorie, antiossidanti e antiproliferative potenziando le difese endogene. I nutraceutici del vino forniscono una protezione cellulare e tissutale generando segnali per l’induzione di enzimi protettivi che contribuiscono all’equilibrio redox alla base della definizione stessa di salute. Quando il vino viene assunto con moderazione nell’ambito di una Dieta Mediterranea, questo contribuisce all’assunzione di più di 1.5 g al giorno di componenti bioattivi, che rappresentano veri e propri “veicoli biomolecolari interattivi” che dirigono l’espressione genica in modo organico per produrre salute e benessere.

Per saperne di più: Galiniak S, Aebisher D, Bartusik-Aebisher D. Health benefits of resveratrol administration. Acta Biochim Pol. 2019 Feb 28;66(1):13-21. doi: 10.18388/abp.2018_2749. PMID: 30816367.

L’alcol è considerato potenzialmente cancerogeno. E il vino invece?

L’assunzione moderata nell’ambito della Dieta Mediterranea può contrastare l’effetto tossico del metabolismo dell’etanolo. L’alcol è classificato dalla IARC, all’interno del Gruppo 1 degli agenti cancerogeni; è causalmente associato allo sviluppo di tumori del tratto digerente superiore e del fegato e può essere positivamente associato al cancro del colon-retto. Durante il suo metabolismo, l’alcol viene ossidato ad acetaldeide, una sostanza reattiva che potrebbe mediare la maggior parte della tossicità indotta dall’etanolo che porta allo sviluppo di malattie croniche, come malattie epatiche e cardiovascolari e cancro. Chimicamente, l’acetaldeide può interagire direttamente con proteine, lipidi e DNA per formare coniugati covalenti con conseguente danno al DNA stesso. Il destino dell’acetaldeide è di essere ossidata ad acetato, molecola non tossica ad effetto ergogenico, responsabile delle famose 7 Kcal/g di alcol sviluppate, da parte dell’enzima aldeide deidrogenasi (ALDH). I componenti bioattivi della Dieta mediterranea, compresi quelli del vino, sono in grado, grazie alle loro proprietà biologiche uniche, di potenziare il metabolismo dell’acetaldeide da parte di ALDH e contribuire in tal modo alla protezione dal danno epatico indotto dall’alcol. Molti sono i composti bioattivi nutraceutici che contribuiscono ad una strategia protettiva volta a mantenere bassi i livelli di acetaldeide. È stato dimostrato che il resveratrolo e i flavonoidi del vino rosso modulano l’espressione della gamma-glutamilcisteina sintetasi, l’enzima limitante nella sintesi del glutatione (GSH), il più importante antiossidante cellulare endogeno coinvolto sia nelle difese antiossidanti cellulari sia nella disintossicazione da xenobiotici. Pertanto L’assunzione moderata di vino nell’ambito della Dieta Mediterranea contribuisce a modulare le difese antiossidanti e detossificanti endogene.

Per saperne di più: Lucerón-Lucas-Torres M, Cavero-Redondo I, Martínez-Vizcaíno V, Bizzozero- Peroni B, Pascual-Morena C, Álvarez-Bueno C. Association between wine consumption and cancer: a systematic review and meta-analysis. Front Nutr. 2023 Sep 4;10:1197745. doi: 10.3389/fnut.2023.1197745. PMID: 37731399; PMCID: PMC10507274.

Qual è il contributo del vino alla dieta mediterranea?

Il vino è parte della Dieta Mediterranea. Nelle molteplici definizioni di Dieta Mediterranea, anche nelle più recenti, il consumo moderato di vino ai pasti è previsto. Si ricorda l’ultimo lavoro di revisione di uno dei più importanti epidemiologi al mondo Walter Willet dell’università di Harvard 1 in cui viene descritto il ruolo della dieta mediterranea nella salvaguardia della salute e dove la si definisce come “caratterizzata da un elevato apporto di alimenti vegetali … vino con moderazione, consumato durante i pasti.

Nel 2020 in un lavoro pubblicato su Nutrients nel quale vengono messi a confronto diversi regimi alimentari per definire quale sia una dieta sana ritroviamo il consumo moderato di vino nella dieta mediterranea, come anche nel più recente studio pubblicato sul British Journal of Nutrition o lo scorso anno nella rivista Environmental Health.

L’assunzione moderata nell’ambito della Dieta Mediterranea contribuisce sinergicamente ad ottenere il maggiore effetto protettivo/preventivo e contribuisce a modulare le difese antiossidanti e detossificanti endogene.

Per saperne di più: Guasch-Ferré M, Willett WC. The Mediterranean diet and health: a comprehensive overview. J Intern Med. 2021 Sep;290(3):549-566. doi: 10.1111/joim.13333. Epub 2021 Aug 23. PMID: 34423871 [“La dieta Mediterranea è caratterizzata da un elevato apporto di alimenti vegetali (frutta, verdura, pane e altri cereali (tradizionalmente poco raffinati), patate, fagioli, frutta a guscio e semi); alimenti poco lavorati, freschi di stagione e coltivati localmente; frutta fresca come dessert tipico, con dolci contenenti zuccheri o miele poche volte alla settimana; un elevato apporto di olio d’oliva (soprattutto olio vergine ed extravergine) utilizzato come principale fonte di grassi; un moderato apporto di prodotti lattiero-caseari (soprattutto formaggio e yogurt); da zero a quattro uova alla settimana; pesce e pollame consumati in quantità basse o moderate; carne rossa consumata in quantità ridotte; vino con moderazione, consumato durante i pasti.]

Qual è il rapporto tra consumo moderato di vino e salute cardiovascolare?

Molti studi epidemiologici italiani e internazionali hanno evidenziato che il consumo abituale e moderato di vino nell’arco della vita adulta è associato a diversi vantaggi per la salute, sia nella popolazione maschile che in quella femminile. Bevendo vino con moderazione si riduce il rischio di malattie cardiovascolari e in particolare di coronaropatie. Tra I bevitori moderati di alcolici si osserva un effetto protettivo più marcato fra chi beve vino rispetto a chi non lo beve.

Rispetto agli astemi, chi beve 5-15 g di alcol al giorno manifesta una riduzione del 26% del rischio di malattie cardiovascolari e una riduzione del 51% del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, se il consumo di alcol è preferenzialmente dovuto a vino rosso.

Per saperne di più: Castaldo L, Narváez A, Izzo L, Graziani G, Gaspari A, Minno GD, Ritieni A. Red Wine Consumption and Cardiovascular Health. Molecules. 2019 Oct 8;24(19):3626. doi: 10.3390/molecules24193626. PMID: 31597344; PMCID: PMC6804046.

Quali sono gli effetti del consumo moderato di vino nei soggetti a rischio di diabete?

Chi beve abitualmente vino rosso con moderazione manifesta valori glicemici inferiori e una minor frequenza di diabete rispetto agli astemi. Pazienti con diabete che bevono alcol con moderazione, soprattutto vino, hanno meno malattie cardiovascolari e minor mortalità.

Per saperne di più: Mirabelli M, Chiefari E, Arcidiacono B, Corigliano DM, Brunetti FS, Maggisano V, Russo D, Foti DP, Brunetti A. Mediterranean Diet Nutrients to Turn the Tide against Insulin Resistance and Related Diseases. Nutrients. 2020 Apr 12;12(4):1066. doi: 10.3390/nu12041066. PMID: 32290535; PMCID: PMC7230471.

In che modo l’alcol e il vino interagiscono con i processi neurodegenerativi e i disturbi cognitivi?

Chi beve abitualmente vino rosso con moderazione manifesta valori glicemici inferiori e una minor frequenza di diabete rispetto agli astemi. Pazienti con diabete che bevono alcol con moderazione, soprattutto vino, hanno meno malattie cardiovascolari e minor mortalità.

Per saperne di più: Mirabelli M, Chiefari E, Arcidiacono B, Corigliano DM, Brunetti FS, Maggisano V, Russo D, Foti DP, Brunetti A. Mediterranean Diet Nutrients to Turn the Tide against Insulin Resistance and Related Diseases. Nutrients. 2020 Apr 12;12(4):1066. doi: 10.3390/nu12041066. PMID: 32290535; PMCID: PMC7230471.

Quale relazione tra dieta mediterranea, vino e prevenzione in campo oncologico?

Molti studi di grande qualità scientifica evidenziano come la Dieta Mediterranea, che include un consumo moderato e abituale di vino durante la vita adulta e preferibilmente durante i pasti, si associ ad una riduzione del rischio oncologico.

Vi è assoluto consenso scientifico sul ruolo dell’alcol nell’indurre un aumento correlato alla dose del rischio di vari tumori ed in particolare dei tumori di capo e collo, esofago, fegato, mammella, colon e retto. Il Codice Europeo Contro il Cancro pubblicato nel 2016 indica testualmente: 1. Non bere alcolici è preferibile per la prevenzione oncologica. 2. Se si bevono alcolici di qualsiasi tipo occorre limitarne la quantità.

Infatti, il “bere mediterraneo” non influenza in modo apprezzabile il rischio “overall” di cancro. E addirittura, l’esclusione della componente alcolica (soprattutto dovuta al vino) dallo score della Dieta Mediterranea non modifica il risultato protettivo che tale dieta manifesta nei confronti della riduzione del rischio generico di cancro della mammella.

Per saperne di più: Giacosa A, Adam-Blondon AF, Baer-Sinnott S, Barale R, Bavaresco L, Di Gaspero G, Dugo L, Ellison RC, Gerbi V, Gifford D, Janssens J, La Vecchia C, Negri E, Pezzotti M, Santi L, Santi L, Rondanelli M. Alcohol and wine in relation to cancer and other diseases. Eur J Cancer Prev. 2012 Jan;21(1):103-8. doi: 10.1097/CEJ.0b013e32834761d3. PMID: 22001915.

Cosa si intende per incremento j nel rischio di mortalità per abuso di alcol?

La mortalità per tutte le cause può essere l’indicatore migliore per riassumere gli effetti più severi dell’alcol sulla salute. In tale modo si possono valutare congiuntamente gli effetti sia negativi che positivi dell’alcol sulla salute umana. In molteplici studi internazionali la relazione tra consumo di alcol e mortalità viene identificata con una curva a forma di “J”. Questa curva dimostra che il bere alcolici con moderazione riduce la mortalità rispetto agli astemi (curva inferiore della “J”), mentre la mortalità aumenta drammaticamente con l’aumento del consumo di alcolici (tratto verticale della “J”). Questa stessa curva si osserva in particolare per le malattie cardiovascolari e per i disturbi cognitivi.

A quanto corrisponde, per la scienza, un consumo moderato di vino?

Il Copenhagen Prospective Population Study ha dimostrato che l’effetto positivo del vino sulla mortalità per tutte le cause è superiore rispetto all’alcol da solo. L’effetto protettivo massimo si evidenzia con 20 g al giorno di alcol. Questi benefici si osservano con l’assunzione di 3-30 g/giorno di alcol nella donna e 12-60 g/giorno nell’uomo L’aderenza marcata al «modo moderato di bere Mediterraneo» si associa ad una riduzione della mortalità pari al 45% (relative reduction in overall mortality) rispetto al 31% osservato quando si considera solo il consumo moderato di alcol.

Quale nesso può esserci tra consumo di vino e longevità?

Gli studi epidemiologici dimostrano che l’assunzione moderata di vino nella età adulta e per lo più durante i pasti (2 bicchieri di vino al giorno per gli uomini e 1 bicchiere per le donne) così come accade nei Paesi Mediterranei, favorisce la longevità, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e di disturbi cognitivi e non influenza apprezzabilmente il rischio di cancro, eccezion fatta per le donne con storia personale o familiare di cancro della mammella.

Per saperne di più: Pavlidou E, Mantzorou M, Fasoulas A, Tryfonos C, Petridis D, Giaginis C. Wine: An Aspiring Agent in Promoting Longevity and Preventing Chronic Diseases. Diseases. 2018 Aug 8;6(3):73. doi: 10.3390/diseases6030073. PMID: 30096779; PMCID: PMC6165230.

È opportuno consigliare agli astemi di iniziare a bere vino per la propria salute?

È indubbio che gli astemi non devono iniziare a bere alcolici per ridurre il loro rischio di malattie cardiovascolari o di diabete o per ridurre la degenerazione cognitiva senile e per ridurre il rischio di mortalità, semmai l’evidenza epidemiologica indica che non c’è motivo di suggerire a coloro che bevono vino con moderazione di smettere di farlo.

Polifenoli del vino, quanto fanno bene alla salute?

Il vino rosso è un’ottima fonte di composti polifenolici come acidi fenolici, flavonoidi, stilbeni e tannini, e un considerevole corpo di ricerca si è concentrato sulla determinazione della composizione chimica del vino e sull’analisi delle sue proprietà antiossidanti in vitro. Evidenze epidemiologiche e cliniche sottolineano il ruolo protettivo di moderate quantità di vino sulla salute.

Grazie al resveratrolo e ai composti polifenolici, può diminuire la viscosità del sangue, antagonizzare lo sviluppo della disfunzione endoteliale aumentando la biodisponibilità dell’ossido nitrico (NO) e ridurre l’aterosclerosi inibendo l’ossidazione delle lipoproteine e la trombosi. I risultati delle ricerche condotte presso la Sezione di Nutrizione clinica e Nutrigenomica del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata evidenziano, con un approccio nutrigenomico, che il consumo moderato di vino ha significativi benefici per la salute, giustificando la promozione della longevità e la riduzione dei rischi della maggior parte delle malattie legate all’età. I polifenoli sembrano interagire con le vie di segnalazione molecolare e i relativi macchinari cellulari che regolano processi come l’infiammazione e di conseguenza lo stato ossidativo.

Per saperne di più: Waterhouse AL. Wine phenolics. Ann N Y Acad Sci. 2002 May;957:21-36. doi: 10.1111/j.1749-6632.2002.tb02903.x. PMID: 12074959.

È meglio bere vino durante i pasti?

L’associazione tra un pasto mediterraneo e la bevuta di vino rosso determina, in particolare, la modulazione dell’espressione dei geni sirtuine (SIRT2 in articolare), superossidodismutasi SOD2, gluatione perossidasi (GPX), catalasi (CAT) e di tutti i geni antiossidanti e anti infiammatori, quali le cicline (CCL1e 5) regolando l’inflammosoma, con un ruolo fondamentale nella riduzione dei livelli di specie reattive dell’ossigeno (ROS) intracellulari, proteggendo così dal danno cellulare e tissutale e mantenendo il corretto funzionamento del sistema di difesa antiossidante e immunitaria.

Per saperne di più: Tamargo A, Cueva C, Silva M, Molinero N, Miralles B, Bartolomé B, Moreno- Arribas MV. Gastrointestinal co-digestion of wine polyphenols with glucose/whey proteins affects their bioaccessibility and impact on colonic microbiota. Food Res Int. 2022 May;155:111010. doi: 10.1016/j.foodres.2022.111010. Epub 2022 Feb 26. PMID: 35400421.

Vino bianco e vino rosso hanno gli stessi effetti sull’organismo?

Il vino rosso mostra una maggiore capacità antiossidante e un effetto protettivo contro l’ossidazione delle LDL (lipoproteine a bassa densità) maggiore rispetto al vino bianco.

Per saperne di più: Waterhouse AL. Wine phenolics. Ann N Y Acad Sci. 2002 May;957:21-36. doi: 10.1111/j.1749-6632.2002.tb02903.x. PMID: 12074959.

Cosa si intende per modello mediterraneo di consumo di alcolici?

Il modello prevede:

  • • un’assunzione totale di alcol moderata (10-50 g/die per gli uomini o 5-25 g/die per le donne)
  • • un’assunzione di alcol distribuita uniformemente nell’arco della settimana
  • • una bassa percentuale di alcol nelle bevande alcoliche (meno del 25%)
  • • evitare di bere eccessivamente in un solo giorno della settimana
  • • preferenza per il vino
  • • preferenza per il vino rosso rispetto ad altri tipi di vino
  • • preferenza per il vino ai pasti.

La dieta mediterranea è un modello alimentare considerato salutare anche perché suggerisce di consumare vino durante i pasti. Se consumato con il cibo, il vino tende a essere sorseggiato più lentamente rispetto ad altre bevande alcoliche, con possibili benefici metabolici. Inoltre, la presenza concomitante di cibo nello stomaco rallenta l’assorbimento dell’etanolo, favorendo il metabolismo e la clearance epatica e abbassando il picco di concentrazione alcolica nel sangue. La presenza concomitante di cibo può anche ridurre la quantità di alcol disponibile per il microbiota orale, che ha la capacità di metabolizzare l’etanolo in acetaldeide, un composto associato agli effetti cancerogeni dell’etanolo nel tratto gastrointestinale superiore. Inoltre, la presenza di alcol nel vino può migliorare la biodisponibilità dei polifenoli nel bolo alimentare, rendendoli più assimilabili, e può ridurre la disponibilità di glucosio, il che è coerente con gli effetti ipoglicemizzanti osservati in studi interventistici e osservazionali sul consumo moderato di vino.

Per saperne di più: Giacosa A., Barale R., Bavaresco L., Faliva M.A., Gerbi V., La Vecchia C., Negri E., Opizzi A., Perna S., Pezzotti M., et al. Mediterranean Way of Drinking and Longevity. Crit. Rev. Food Sci. Nutr. 2016;56:635–640. doi: 10.1080/10408398.2012.747484.

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